MUSICA, VITA ED ALTRE AMENITÀ


3.6.10

Ancora sui generi come lingue

L'altro giorno scrivevo dei generi dance come di creoli, o pidgin: era un paragone, non un'identificazione. Ci sono infatti punti rilevanti in cui l'analogia viene meno, e conviene evidenziarne alcuni esplicitamente.

Un pidgin (e un creolo successivamente) nasce dall'incontro di due culture e delle relative lingue, tramite rapporti sociali stretti e convivenza in uno stesso territorio. La storia dei generi musicali è più spesso quella di incontri a distanza, in cui un gruppo sociale "ricevente", già dotato di una lingua propria, entra in relazione con un  gruppo "donatore" solo grazie a immagini e registrazioni: dischi, videoclip, dichiarazioni - senza dunque un contatto diretto prolungato.
La differenza sostanziale a livello di dinamiche è nel ruolo delle comunità in gioco. La fusione culturale non sarà frutto di una mediazione a due tra entità linguistiche ben formate ("Cerchiamo una nuova lingua C che risulti comprensibile a me che parlo A e a te che parli B"), ma di un processo di evoluzione i cui attori saranno i "vecchi" provenienti dalla sottocultura ricevente e i "nuovi" che si aggregheranno attratti dalla nuova musica e dai suoi diversi volti socioculturali ("Sulla A innesto quegli elementi di B che vengono selezionati da una comunità C ancora in formazione").
Un esempio lampante è quello della prima hardcore inglese, nata dall'importazione della dance elettronica americana e l'innesto di questa sul substrato post-punk/street-punk preesistente senza che i "popoli" della house e della techno americana entrassero in contatto con le sottoculture punk inglesi. In questo caso, a fare da bussola per la creazione del nuovo idioma fu il nascente popolo dei rave, in gran parte formato da ragazzi del tutto esterni alla precedente cultura street-punk.

Ci sono situazioni però - non saprei dire se in numero maggiore o minore - in cui la dicotomia ricevente/donatore non è altrettanto funzionale. E' il caso del progressive rock, nato (semplificando) dall'incontro tra la cultura giovanile post-British Invasion e la più aristocratica tradizione classica. Le due culture erano a contatto e il loro punto di intersezione era costituito propriamente da quei giovani che avrebbero dato vita al prog: ragazzi di classe medio-alta che risultavano "parlanti nativi" di entrambe le lingue in gioco. La formazione pop-rock l'avevano ricevuta tramite i dischi, i concerti, la tv, i coetanei; quella classica, al contrario, era un'eredità delle famiglie, delle lezioni private di musica, delle serate a teatro.
L'asimmetria tra le due culture che si osservava nel caso dell'hardcore inglese qui viene meno, ma la situazione ricorda, più che quella di un pidgin o creolo, lo scenario di una lingua mista: di nuovo un idioma ibrido, nato però dal riadattamento linguistico di una popolazione bilingue piuttosto che dal confronto/scontro comunicativo tra due gruppi distinti. I ragazzi inglesi della borghesia universitaria disponevano già di idiomi musicali comuni, ma questi idiomi non li rappresentavano appieno: non erano unicamente loro, ma condivisi con altri gruppi (gli altri giovani, il resto dell'upper-middle class urbana) e pertanto non li identificavano. La creazione di un nuovo genere fu assieme un modo di unire le due anime musicale e distinguersi dagli altri dandosi un'identità. Ovviamente, il processo fu tutto fuorché consapevole - a scanso d'equivoci va precisato. Come va confessato che anche questa lettura è fin troppo restrittiva: alla creazione del genere concorsero evidentemente altre anime (quella jazz, per molti frutto degli ascolti "intellettuali" del college), e la dinamica complessiva rifletté comunque alcuni tratti della formazione di un pidgin: vi furono comunque forti elementi di "mediazione" - sul piano ritmico e armonico, soprattutto - perché le due comunità non erano del tutto amalgamate agli albori del genere (in molte band il tastierista veniva da studi classici, il bassista dal beat) e in fin dei conti non lo sarebbero mai state interamente (la situazione continua a riproporsi).

Una fenomeno ancora diverso - e di nuovo non assimilabile alle dinamiche di un pidgin - è la globalizzazione di un genere: la sua diffusione su scala (quasi) mondiale. Essa può avvenire per esportazione e riadattamento alle esigenze locali (la house che conquista ogni angolo del globo), rientrando in qualche modo nel meccanismo già visto per la hardcore inglese. Ma può anche svilupparsi come processo di omologazione di scene locali in qualche modo simili, che tramite contatti diretti e indiretti gradualmente convergono a una macro-scena dotata di caratteristiche unitarie.
E' questo il caso del post-rock, nato in maniera del tutto autonoma in Inghilterra e negli States (e anche qui da diversi germogli autonomi) ma poi confluito, nell'arco di una decina d'anni, in un genere transnazionale in cui le singole identità locali si distinguono a malapena. Il passaggio da una galassia di dialetti intercomunicanti e mutuamente intelleggibili a uno standard linguistico comune altamente grammaticalizzato prende il nome di koineizzazione (creazione di una koiné) e rende conto di una situazione analoga.
Oserei dire che proprio questo processo - assieme alla "creolizzazione" vista nello scorso post - è alla base della standardizzazione a i generi  vanno incontro inevitabilmente dopo la fase pionieristica iniziale. Non a caso, l'idea di koiné appare applicabile soprattutto alle "code lunghe" dei generi: gli stili largamente epigonici portati avanti dai nostalgici di questo o quell'altro filone ad anni se non decenni di distanza dalla loro fase più popolare. Neo-prog, drum'n'bass, hard-rock, industrial sono da tempo fossili musicali in cui le differenze geografiche - e perfino temporali! - tendono ad annullarsi, così come il senso di appartenenza dei fan alla propria specifica comunità locale (che pure continua spesso a esercitare un ruolo fondamentale, come cellula di un'élite globale di "fedeli alla linea").

Ci sono poi trasformazioni che si prestano poco alle analogie linguistiche. Alcune - specie quelle legate all'emergere di nuove tecnologie - possono comunque contribuire ad amplificare e accelerare alcuni meccanismi già descritti. Sarà il caso di discuterne in separata sede.

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