MUSICA, VITA ED ALTRE AMENITÀ


28.3.09

Il logorio della vita moderna

Sequenza #1

Ieri pomeriggio, l'ho perso a Milano tra Duomo, Via Torino e Largo Cairoli a cercare Ada or Ardor di Nabokov in inglese (perché? perché mi va). Non ce l'aveva nessuno. Però tutti avevano, perlopiù nello scaffale "Original Language", The Alchemist di Paulo Coelho e vari libri di Severgnini.

Sequenza #2

Da Rizzoli c'era anche Reading Lolita in Teheran. Lolita no. D'altronde, Milano non è Teheran.

Sequenza #3

Se salgo in autobus e c'è un posto libero non mi siedo. Mi guardo attorno furtivo per sgombrare la coscienza da vecchine, scemi di guerra, donne incinte. Un'operazione di pochi secondi, in genere sufficienti affinché il posto se lo becchi qualcun altro.
Alle volte, però, capita che non ci siano aventi diritto né spregiudicati zuen, e così mi siedo. E' un incubo. A ogni sacrosanta fermata alzare gli occhi dal libro per contrellare che nessun'ultrasettantenne ingobbita sia salita per fare una-fermata-una sull'ingombrante quattroruote arancione. Eccone una, infatti: "Vuole sedersi, Signora?". In Piazza della Vittoria la vecchina scende e un inquietante ibrido negro/boliviano si ciuspa il mio posto. Avrà quindic'anni, indossa sotto il berretto da baseball una bandana gialla di dubbia utilità e scende in stazione. In stazione c'è l'invasione delle cavallette, e fino all'Università - dove devo scendere - non c'è un buco, né per sedersi né per stazionare in piedi. E io che volevo leggere.

Sequenza #4

Uno scenario alternativo: "Vuole sedersi, Signora?" / "No. Bisogna proprio essere dei gran maleducati per non offrire da sedersi a una mamma col bambino". E rivela a 5/6 teste da sé una signora rosavestita con marmocchio (marmocchia?) rosavestito in braccio.
Ora, io prendo l'autobus perché gradisco investire in lettura il tempo speso negli spostamenti. Autobus = leggere, al punto che se non ho un libro mi siedo al posto davanti, quello da cui si legge il regolamento dell'azienda dei trasporti comunale. Disponibilissimo a cedere il mio tempo-lettura, in forma di posto a sedere, a vecchine obnubilate e neomamme sovraccariche, ma se fossero loro a chiedere il posto, per favore, anziché imporre al prossimo di rinunciare a qualsiasi attività interessante potesse svolgere da seduto perché in qualsiasi momento potrebbe materializzarsi sul bus una di loro?

Sequenza #5

Un paio d'anni fa una signora a cui volevo cedere il posto si offese pure. Eppure la sua sessantina ce l'aveva, eh.

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