MUSICA, VITA ED ALTRE AMENITÀ


4.2.07

Notturno

E' un po' che non scrivo. Non che abbia molto da scrivere, forse perché in questo periodo ho avuto meno occasioni di riflettere. Fortunatamente, si potrebbe dire. Potrei parlare di $cose che ho visto/fatto/ascoltato ma non mi va. E allora un po' di pensieri sparsi:

1) Siamo italiani, sì? E allora perché tutta questa voglia di essere americani? Nomi inglesi, testi in inglese, slogan in inglese, marchi in inglese. E poi ci casco pure io, perché come faccio a negare che, per dire, "Eclypse" sia più figo di "Eclissi", e che "The Northern Lights" lo sia più di "Le Luci del Nord"?
2) Mi sto finalmente rendendo conto di essere affetto da sindrome del "Bastian contrario". No, ok, lo sapevo già e lo sapevano già tutti da prima che lo sapessi io. Però ora sto pian piano capendo come funziona. Esempio, l'ambito musicale, visto che ci dedico tanto (troppo/troppo poco, dipende dagli aspetti) tempo. Tanti appassionati ("indiesnob" si potrebbe definirli) schifano il pop da classifica. Ora, non è che io sia il paladino del pop di MTV, beninteso, anzi a dire il vero vengo a sapere mesi dopo dei tormentoni e quando accendo MTV ho circa la stessa reazione della gente "comune" quando browsa il mio hard disk ("e tutti questi chi cazzo sono?"). Però non condivido l'approccio, involontario e inconscio, di queste persone: il pop, essendo artefatto, nato da un compromesso tra artista e etichetta, costruito e studiato apposta per piacere a più gente possibile - con sopra il cartellino "mangiami" insomma (per citare Carroll) - li irrita profondamente, gli suona come un tentativo esasperato di plagio, un assalto alla loro libertà. Quindi va affossato.
Io un fenomeno simile lo vivo però nei confronti delle opinioni altrui. Non di tutte, solo di quelle che assumono, relativamente al gruppo in cui mi trovo, una posizione dominante che fa di tutto per restare tale. Resterò nel medesimo esempio. Trovo una scheda su un disco (che non ho sentito) considerato particolarmente importante, poniamo che sia una scheda di Scaruffi così il fenomeno risulta amplificato di un fattore 100. Questa scheda spiega per filo e per segno perché il disco è eccezionale, mi descrive a una a una le sensazioni che mi trasmetterà, mi istruisce sul perché deve piacere, perché deve piacermi.
Una persona normale scarica il disco e si ritrova la "strada spianata" dalla pratica "guida all'ascolto" offertagli dal gentile Signor Scaruffi. Non gli sarebbe mai piaciuto "Trout Mask Replica" al primo colpo, né lo capisce del tutto anche così, però fidiamoci, seguiamo le indicazioni e prima o poi il disco si disvelerà. E così accade: ah sisì, capolavoro assoluto, uno dei più grandi dischi di sempre, disco che mi ha cambiato la vita, ora non ascolterò più nulla allo stesso modo. Grazie, Piero.
Io parto già prevenuto. Il fatto di avere già le "istruzioni", di aver già tutto "digerito" mi irrita allo stesso modo in cui gli "indiesnob" sono irritati dal pop. Lo sento come un tentativo di plagio, qualcosa di inaccettabile. Dovrei fidarmi ciecamente di quel che mi dici? Provare le sensazioni che descrivi? Ma scherziamo? Manco morto, ora lo ascolto eh, e vediamo chi ha ragione. Ecco, to', questo disco non è proprio niente di speciale, anzi, nono', è proprio brutto, mediocre, scadente. Come al solito, Signor Scaruffi, avevo ragione io.
Ovviamente è probabile che lo stesso disco, consigliatomi in via "confidenziale" da qualcuno di cui mi fido mi avrebbe fatto tutto un effetto diverso. Lì sarei stato io a dovermi cimentare con il disco, senza nessuna via preferenziale segnalata coi neon. All'avventura. Alla fine, mi sia piaciuto o no, il disco lo avrei "esplorato" io, in maniera autonoma, e questo è quello che mi piace fare. Tutti i miei dischi preferiti li ho conosciuti in questo modo: o per indicazioni di persone fidate, o per mie ricerche personali un po' qua e un po' là, in ogni caso senza nessun "vangelo" e nessun "guru", né seguendo il cammino della "massa" (non a caso, quasi tutti i dischi ascoltati perché "fondamentali" secondo la massa sono finiti per non piacermi).
Questo per dire dei dischi, ma il ragionamento si estende a ogni ambito della vita. Ed è una brutta cosa. A 14 anni i miei coetanei si ribellavano ai genitori facendosi le canne per sentirsi grandi, e io per sentirmi grande mi ribellavo a loro e non me le facevo. Mica che rimpianga il non essermele fatte (i rimpianti sono altri), però quella che mi sembrava e mi sembra una cosa tanto intelligente va a finire che l'ho fatta per un motivo terribilmente stupido.

Beh, a quanto pare qualcosa da scrivere ce l'avevo. Buonanotte.

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