MUSICA, VITA ED ALTRE AMENITÀ


20.10.06

Gamelan

In questi giorni mi sono dedicato all'esplorazione del gamelan, la forma musicale piu' nota a occidente della musica tradizionale indonesiana. La sua influenza sulla musica occidentale del '900 e' stata determinante, come testimoniato dalle numerose opere e concezioni musicali da essa ispirate: si va da Claude Debussy, Bela Bartok, Oliver Messiaen, Steve Reich, John Fahey fino a John Cale, i King Crimson o la colonna sonora dell'OAV Akira.
In prima approssimazione, un gamelan puo' essere definito come un set di strumenti (principalmente idiofoni, metallofoni, membranofoni e aerofoni) specificamente costruiti per suonare assieme, su una scala che e' caratteristica del particolare set. Strumenti presi da gamelan diversi non possono suonare assieme, e le rare occasioni in cui questo capita sono caratterizzata de forti dissonanze. Questo set di strumenti e' disposto ordinatamente per terra e suonato da un largo ensemble di musicisti, in genere seduti, che finisce per essere indicato anch'esso come gamelan.



La musica suonata ("gamelan" anch'essa) riflette concezioni radicalmente diverse da quelle che caratterizzano la musica occidentale e svariate altre forme di musica extraeuropea. Essa e' basata sulla cosidetta struttura colotomica: a ogni strumento e' associato un ciclo di lunghezza differente, e i diversi cicli sono gerarchicamente ordinati (o meglio "annidati") a seconda della loro lunghezza. Il piu' lungo dei cicli e' quello del gong ageng (che solitamente e' proprio un gong, ma paradossalmente puo' essere un altro strumento che svolge lo stesso ruolo), e la sua lunghezza e' il minimo comune multiplo delle lunghezze degli altri cicli. Gli altri cicli hanno lunghezze non necessariamente divisibili fra loro: i gamelan sono dunque caratterizzati da una marcata poliritmia. Alcuni strumenti (detti colotomici), solitamente metallofoni, svolgono sostanzialmente il ruolo del gong ageng per gruppi ristretti di strumenti, ripartendo cosi' il "giorno sonoro" del gong ageng in sottocicli di lunghezza inferiore.
Assieme agli strumenti impiegati, sono le differenze a livello colotomico, prima ancora delle singole parti strumentali, a caratterizzare un particolare stile o una particolare esecuzione. Altri elementi fondamentali del gamelan (o di suoi particolari stili) sono il kotekan, ovvero l'alternanza rapidissima tra due o piu' strumenti per creare una melodia, l'impiego in varie forme di sostanzialmente due scale (pélog, un'ettatonica basata su un temperamento a 9 toni, e sléndro, una pentatonica) e l'abbinamento degli strumenti in coppie, accordate in maniera leggermente sfasata di modo da produrre un battimento (della stessa frequenza per ogni coppia nello stesso gamelan) culturalmente associato alla presenza del divino.

Si possono trovare informazioni piu' dettagliate su wikipedia (gamelan, colotomy, kotekan e voci correlate) e soprattutto sul vastissimo sito (in francese) Gamelan, Architecture Sonore.

Ho ascoltato per il momento quattro raccolte, tutte (un po' a fatica!) reperibili su internet tramite p2p o rapidshare/megaupload:


Bali: A Suite of Tropical Music and Sounds (World Network, 1995)


Java - Pays Sunda: Musique Savantes, Vol. 2 - The Art of Gamelan Degung (Ocora, 1996)


Anthologie des Musiques de Bali, Vol. 2: Gamelan Virtuoses (Buda Musique, 2000)


Indonesia: Music from the Nonesuch Explorer Series (Nonesuch, 2000)

Sono ancora alla ricerca di "Discover Indonesia" (Smithsonian Folkways, 2003), "The Rough Guide to Indonesia" (World Network, 2000) e "Night Recordings from Bali" (Sublime Frequencies, 2003). Le quattro raccolte che ho sentito mi sono parse tutte valide e interessanti, alcune piu' complete, altre piu' approfondite. In particolare consiglio quella edita dalla francese Buda Musique, caratterizzata dalla predominanza di timbri metallici e da musica estremamente varia e complessa, che mi ha ricordato molto direttamente certe cose un po' alla Don Caballero (sara' che tra le fonti di ispirazione di questi ultimi ci sono Steve Reich e i King Crimson). Quella che emerge dalle raccolte, in ogni caso, è musica molto distante dalla nostra concezione abituale, ma estremamente affascinante, godibile e, in conclusione, davvero bella.

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