MUSICA, VITA ED ALTRE AMENITÀ


23.9.06

Un film, ogni tanto...

"Interiors", di Woody Allen, è un capolavoro. Uno di quei film in cui non succede niente, ma a cui fa ugualmente fatica a star dietro. Sorprende la quantità di personaggi: otto. E basta, in tutto il film si vedono solo loro. Di questi, una buona metà è essenzialmente tappezzeria, visto che il film si concentra principalmente su due delle sorelle ritratte sulla locandina e sulla madre, lasciando agli altri il ruolo di "variabili aggiuntive" del sistema.
L'analisi psicologica e relazionale è attenta, profonda e ottimamente costruita. L'ora e mezza di film è sostanzialmente riempita da dialoghi, ma ancor più delle parole colpiscono i silenzi. Le cose non dette, le opinioni e i disagi tenuti per sé, quelli raccontati a un confidente in un modo e nascosti, negati al diretto interessato. Woody Allen mette ancora una volta in scena le sue paranoie e idiosincrasie, ma lo fa creando dei personaggi a tutto tondo, di cui puoi percepire la personalità. E' di gran lunga il suo film più "serio".
L'aspetto visivo rappresenta un elemento assolutamente fondamentale. Quasi tutto il film è girato al chiuso, in casa (negli "Interni"). Le poche scene all'aperto sono dominate dal cielo coperto e da una spiaggia vuota sull'oceano in burrasca. I colori sono tutti tra i grigi, i beige e le terre (nessuna eccezione se non per i vestiti della sposa del padre). Ne risultano scene e personaggi claustrofobici, freddi (freddissimi!) e, più che malinconici, senza possibilità di comunicare.

Credo, con questo, di aver visto tutti i film di Woody Allen. Questo, ovviamente, non vuol dire che me li ricordi: alcuni li ho visti a sei anni o poco più! Visto che li ho in DVD, proseguirò nell'opera di riscoperta.

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