MUSICA, VITA ED ALTRE AMENITÀ


23.9.06

The Stone Roses (For Dummies)

Continua la sequenza di compilation "introduttive" a questo o quell'altro gruppo. Ovviamente mi occupo solo di gruppi che adoro e conosco a fondo, e oggi tocca agli Stone Roses. Siccome sono meno noti di Peter Gabriel, forse richiedono una presentazione.

Manchster, fine anni '80. Sta per esplodere l'era dell'acid house, la seconda "summer of love". L'Haçienda è una delle discoteche più importanti dell'Inghilterra, i New Order imperano e tante band alle prime armi iniziano a ibridare i suoni della house e il rock, che sia il punk o il merseybeat dei genitori. Gli Stone Roses di Ian Brown e John Squire si erano formati nel 1984, ma le prime registrazioni sono dell'anno dopo. Pezzi ancora acerbi, quasi dark-punk, che sembrano preludere a tutto fuorché ai futuri sviluppi del loro sound. Sviluppi che non tardano a farsi vedere, perché nell'87 viene pubblicato il singolo "Sally Cinnamon", che mostra un cambiamento radicale: nessuna traccia della ruvidezza e dell'inquietudine di qualche anno prima, a farla da padrone sono la chitarra, distorta ma reminescente Byrds e una melodia limpida, immediata eppure in qualche modo malinconica, stanca. Da lì solo allori (e successo) per qualche anno: il gruppo si pone (o viene posto) alla testa di quella scena Madchester da cui nasceranno il britpop di Blur e Oasis come il big beat dei Chemical Brothers. Dance, pop e rock uniti in un'unica cosa, con la chitarra effettatissima di John Squire che cede il passo ad arpeggi solari e cristallini e il combo basso-batteria che innesta nel pop-rock dei Beatles il dinamismo della disco, del funky e della house. Il loro primo, omonimo album è il monumento di quell'epoca, e "Elephant Stone" ne è la gemma più splendente.
Dopo un paio d'anni passati tra festival, concerti vari e sporadiche apparizioni televisive, i quattro scompaiono, per riapparire nel '94 con il secondo, attesissimo, "Second Coming". Una delusione a detta di molti, che retrocede verso un hard-rock zeppeliniano fino al midollo ("Tears" è un plagio spudorato di "Stairway to Heaven") a cui manca brillantezza e inventiva. I brani migliori sono quelli che più si distaccano da questo cliché, uno su tutti "Begging You", ovvero i Chemical Brothers ante litteram. Il disco è un mezzo flop, John Squire è ormai fritto dalle droghe più disparate e il gruppo si scioglie, ognuno per la sua strada. Brutta fine per una band indimenticabile.

Nella compila ho inserito, oltre a molte canzoni del primo album, anche varie "chicche" prese dalle tre raccolte di singoli, b-side, demo e rarità assortite che, in assenza di materiale nuovo, la casa discografica ha pensato bene di pubblicare. Credo davvero sia il meglio del meglio della band, e un ritratto abbastanza fedele, rappresentativo e soprattutto godibile.

1. So Young (da "Garage Flower")
2. Tradjic Roundabout (da "Garage Flower")
3. I Wanna be Adored (da "Garage Flower")
4. Sally Cinnamon (da "The Complete Stone Roses")
5. Elephant Stone (da "Turns into Stone")
6. The Hardest Thing in the World (da "Turns into Stone")
7. Made of Stone (da "The Stone Roses")
8. Going Down ("Turns into Stone")
9. She Bangs the Drums (da "The Stone Roses")
10. Mersey Paradise (da "Turns into Stone")
11. I Wanna be Adored (da "The Stone Roses")
12. (Song for My) Sugar Spun Sister (da "The Stone Roses)
13. This is the One (da "The Stone Roses")
14. I am the Resurrection (da "The Stone Roses")
15. Fools Gold (da "Turns into Stone")
16. What the World is Waiting For (da "The Complete Stone Roses")
17. Begging You (da "Second Coming")
18. Tightrope (da "Second Coming")
19. Tears (da "Second Coming")

The Stone Roses.rar

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