MUSICA, VITA ED ALTRE AMENITÀ


3.5.06

Fatti e fattarelli

Ah ecco, è il caso faccia un riassuntino degli ultimi giorni. Credo saprete già la maggior parte delle cose, perché non sono tante e su tutte l'ho già menata a non finire, però vabbé.
Dunque, mi si è rotta la bici. E chi se ne frega. No, non avete capito. Si è rotta in modo assurdo. Tranciata di netto. Una delle due canne, intendo. Sì sì, così, senza ragione alcuna. Stavo andando e tram si trancia la canna bassa. La bici inspiegabilmente sta ancora in piedi: tiene solo la marcia più bassa e ha i pedali rasoterra, è pericolosissimo per la propria incolumità andarci in giro ma... per intanto me la tengo.
Poi. Ho cambiato cellulare ma la cosa è irrilevante. Ah no, non lo è affatto, meno male che me lo son ricordato perché non avevo considerato il fatto che son 100 € in meno che ho sulla PostePay. No, invece la cosa importante è che ho finalmente realizzato il mio sogno nel cassetto degli ultimi annetti. Ehm, uno dei tanti, intendo. Ho preso la chitarra elettrica. Quella che ho sempre desiderato: una Gibson Les Paul. E' una Studio del '94, un po' modificata, era del fratello di Gene Gnocchi (!) e l'ho pagata tantissimo per le mie casse, ma assai poco per il suo valore. Nera, manico d'ebano, rifinture panna. Suona da dio e, almeno per ora, non me la merito affatto. Posterei una foto ma i tentativi fatti con la webcam sono a dir poco deludenti. Beccatevi quella del sito della Gibson: la mia è proprio così.
Va detto che un'elettrica, senza ampli, è solo un soprammobile costoso, pesante ed ingombrante. E giustamente, spesi $tanti soldi per la chitarra, mi son dovuto accontentare di un catafalco della Skrauson (sopra c'è scritto Century GA-25, dev'essere un'imitazione di qualche modello serio) da 15 Watt. Era di un mio compagno di collegio, o meglio, nemmeno, glie l'avevan portato per qualche aggiustamento e non eran più venuti a riprenderselo. Questo per dire il valore che deve avere. Ma poco importa, per ora va più che bene, almeno inizio a giostrarmi con tutte quelle manopole e mi faccio un'idea orientativa per eventuali acquisti futuri.
La cosa spiazzante è che mi rendo conto di dover reimparare tutto da capo. Tutto tutto no: se avessi velocità, pulizia, precisione, conoscenza delle scale, degli accordi e delle posizioni potrei conservarle. Non avendo nulla di tutto ciò, devo ricominciare da capo, visto che anche il tocco e l'impostazione della mano, nel passaggio da acustica e elettrica, son da buttare nel cesso. Abituato a pestare come un dannato sempre e comunque, mi ritrovo a dover plettrare leggerissimo e stare attento a non urtare le corde. Ma anche questo imprevisto rimettersi ulteriormente in gioco ha un che di intrigante.
Sono pieno di idee (altrui, per la maggior parte) e ho una voglia matta di trovare il modo di ottenerle. Purtroppo il processo di approfondimento del combo chitarra-ampli potrebbe non entusiasmare particolarmente i vicini di stanza: d'altronde sto ampli funziona decentemente solo a volumi alti e non so che farci. Per intanto mi faccio le ossa con "Lark's Tongues in Aspic". Incredibilmente sono riuscito a ottenere un suono abbastanza vicino. Parto col piede giusto e sono fiducioso.
Basta? No, dovevo scrivere anche qualcos'altro... Boh. Non ricordo. Si vede che non contava molto. Ah, un'ultima cosina: un motivetto che mi è venuto in mente l'altro giorno in treno e ho buttato giù approssimativamente sul biglietto, per non dimenticarmelo prima di arrivare a casa. Alterna 14/8 e 15/8. Mi è venuto così, senza pensare prima al metro, e la cosa mi fa sperare in bene. E' anche piuttosto orecchiabile: fa un po' Camel e dovrò provarla col flauto. Ve la lascio qua, ma l'altezza delle note è solo indicativa. No. Non so più che fine ha fatto. Era da qualche parte nell'hard disk, maledizione. Oh, spero il biglietto sia ancora in giro, a Bergamo. Oter.
Buonanotte, va'.

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