MUSICA, VITA ED ALTRE AMENITÀ


18.12.09

La non-recensione

Doveva essere la recensione, per Ondarock, dell'ultimo album dei Pelican. S'è poi deciso che è meglio di no, roba un po' troppo da blog. Quindi perfetta per qua, no?


Flames to dust
Lovers to friends
Why do all good things come to an end?

Nelly Furtado (o chi per lei)


Non so che fare, col nuovo album dei Pelican. Ore e ore a perdersi nei mondi di lava dei loro dischi; l'emozione, al concerto, di essere a un niente dal palco; e parole parole parole spese a cercare di trasmettere la passione, di mostrare nei loro riff montagne e vallate e corsi d'acqua e...
E poi metter su "What We All Come to Need" sapendo già quel che mi toccherà duramente ammettere: che questa musica non mi dice più niente.

Ascolto "Ephemeral" e scopro il senso di critiche che mi erano sempre parse assurde. Mi rivedo i nostalgici del post-rock, a lamentarsi del tradimento di Pelican e soci verso la dottrina emotiva di Mogwai ed Explosions in the Sky; ripenso ai rocker duri e puri che trovavano "The Fire in Our Throats Will Beckon the Thaw" flaccido e il batterista una scarpa.
E non ho il coraggio di riascoltare quei dischi per ri-sbugiardarli; è troppo forte il timore di dover riconoscere: "avevano ragione".

Tutto questo è molto poco professionale, e mi spiace per te che leggi. Avrai pensato di trovare in queste righe una recensione vera, bella o brutta che fosse, una cosa tipo "What We All Come to Need" prosegue sulla strada di "City of Echoes", ingentilendone gli intrecci, senza rinunciare al versante più hard eccetera eccetera. Invece non sono nemmeno in grado di stabilire se questo disco è un po' meglio o un po' peggio di quello prima: nemmeno me la sento di giurare che sia la stessa solfa (ma direi di sì, a parte "Final Breath" che ha - finalmente! - un po' di cantato).
Sono stato troppo tempo lontano da questi suoni, e ora che ci ritorno mi accorgo di non capirne più lingua.

Isso bandiera bianca: il voto sotto giudica me.


(il voto in questione era 5, su 10)


ps. Sui Pelican avevo pubblicato qualche anno fa un'altra recensione, di tutt'altro tono: http://www.ondarock.it/recensioni/2007_pelican.htm

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