MUSICA, VITA ED ALTRE AMENITÀ


16.12.06

Ascolti (25 Novembre-15 Dicembre)

Due settimane e rotti di ascolti e riascolti:

Explosions in the Sky: Those Who Tell the Truth Shall Die, Those Who Tell the Truth Shall Live Forever (2001) 7,5 (R)
Un gran bel disco, che mostra tutto il debito della band verso i Mogwai ma e' gia' intriso dello stile inedito che esplodera' nell'album successivo (e sara' ripreso all'interno del genere praticamente da ogni altra formazione a venire). Il soft/loud fisico e lineare dei Mogwai, plastico e ondeggiante ma ancora ancorato a terra, si fonde con la spazialita' dei Godspeed You Black Emperor!, trasformandosi in descrizione di paesaggi e mutamenti climatici. Poi si alleggerisce, abbandona i presagi apocalittici e si arricchisce parallelamente di atmosfere e giri di basso che vengono dritte dai Cure. Non il loro capolavoro, ma ugualmente un disco fondamentale.

Explosions in the Sky: The Earth Is Not a Cold Dead Place (2003) 10 (R)
Non c'e' niente da fare, questo è uno dei dischi più importanti della mia vita, e "First Breath after Coma" uno dei pezzi che piu' mi emozionano in assoluto. Le architetture leggerissime degli Explosions in the Sky si librano nell'aria, attraversando tempeste ed arrivando alla vista meravigliosa del sole sopra alle nuvole. Le due chitarre tessono linee cristalline e melodicamente sensazionali, con pero' qualcosa di imprendibile, perche' se segui una chitarra c'e' sempre l'altra sotto che fa qualcosa che non ti aspetti. Capolavoro assoluto, del genere e del rock tutto.

Red Sparowes: Every Red Heart Shines Toward the Red Sun (2006) 5,5 (R)
Delusione. Il disco dell'anno scorso era un condensato di due generi e di temi eccezionali, questo e' moscio e le melodie mi sembrano fotocopie sbiadite di quelle dell'album prima. Resta il suono (un po' piu' cupo e inasprito) ma senza pezzi e' difficile farsi coinvolgere.
Russian Circles: Enter (2006) 7,5 (R)
Non se l'e' filato praticamente nessuno in Italia, ma non mi stanco di raccomandarlo. Il connubio definitivo tra post-rock emotivo, post-sludge e math, con pezzi forsennati, ricami e incastri assieme diretti e raffinati e un melodismo sempre in primo piano. Vediamo se con un video convinco qualcuno: Death Rides a Horse (Live) Occhiolino
This Will Destroy You: Young Mountain (2006) 7 (R)
Promettenti questi texani, che sposano lo stile classico del post-rock emotivo con un pizzico di indietronica e un fondo di synth ambientali, in maniera poco invasiva ma arricchendo di molto la trama della loro musica. Pezzi molto buoni con ottimi temi, da tener d'occhio.
God Is An Astronaut: A Moment of Stillness [EP] (2006) 6 (R)
La delusione si riconferma a distanza di mesi, anche se qualche pezzo buono c'e'. Rispetto alla tempesta emozionale di "All Is Violent All Is Bright" pero' non c'e' davvero paragone...
Caspian: You are the Conductor [EP] (2005) 7,5 (R)
Comprato online qualche mese fa in piena sbornia post-rockettara, non mi pento affatto dell'acquisto. Se di plagio degli EITS si tratta, e' comunque un plagio validissimo, con quel pizzico di groove in piu' che certo non guasta.
Port-Royal: Flares (2005) 8 (R)
Cosi', su due piedi, direi che sono il migliore gruppo post d'Italia al momento. Anche perche' a parte i Larsen conosco solo loro. Suoni celestiali. Che si sbrighino a finire il nuovo album perché lo desidero ardentemente.

Bark Psychosis: Hex (1994) 8,5 (R)
Ci ho messo anni per entrare in questo disco, ma ormai e' uno dei miei punti fermi. Peraltro, le prime note del post-rock emotivo sono li', nella chitarra al terzo minuto di "A Street Scene".
A Hack and a Hacksaw: Darkness at Noon (2005) 7
Bello. Klezmer, aksak, $altre_parole_est_europee. Divertente e diretto, anzi irresistibile, ma anche raffinato e ben studiato. Con quel tocco di salsine post che rendono il tutto piu' appetitoso. Con Beirut a mio avviso non c'e' proprio storia, ma quest'ultimo devo sentirlo ancora, poi potro' sparare a zero (o ricredermi) con maggior cognizione di causa.
Clogs: Lantern (2006) 7,5 (R)
Il disco più delicato dell'anno. Niente intimismo da voce-spezzata/due-accordi-e-via, ma neanche tutti i sovrarrangiamenti e i virtuosismi che pure vedo riscuotono tanti consensi. Semplicemente molta classe, un equilibrio invidiabile e dei gran bei pezzi. Bravi, a quando il bis? Vabbe', faro' meglio ad andarmi a ripescare i lavori precedenti.

Jesu: Silver [EP] (2006) 7,5 (R)
Ué, a me piace più dell'album dell'anno scorso. Suoni piu' ricchi e melodie a tutto spiano. E' un disco "pop", ma non lo chiamo certo un male.
Amesoeurs: Ruines Humaines (2006) 7
Figo e' figo, ma datemi al piu' presto un disco vero, che mica posso ascoltare in loop sempre gli stessi sedici minuti.
Type 0 Negative: Slow, Deep and Hard (1991) 7,5
Primo ascolto. Deve ancora pigliarmi del tutto, e non so bene se sapra' farlo. Me lo aspettavo piu' violento, invece mi sembra soprattutto molto tamarro (non che sia un male).

Shellac: At Action Park (1994) 10 (R)
Mazzate e incastri sferraglianti. Ira congelata in un disco fisicissimo ma totalmente asettico. Roba da serial killer della categoria ti-squarto-con-la-sega-elettrica-ma-stando-attento-che-le-parti-abbiano-lo-stesso-volume.
Shellac: 10'000 Hurts (2000) 6,5
Pero' qualcuno mi deve spiegare come da quello sopra si passa a questo. Mica brutto eh, ma che gli hanno fatto ad Albini? Ogni tanto rispunta fuori, ma per il resto e' di un moscio...
Iceburn: Ephaestus (1993) 7
Ma Quicksand, Helmet e sti qua fanno parte di una stessa scena? E i Tool c'entrano qualcosa? Il disco comunque sarebbe bellissimo, ma e' prodotto e mixato col buco del. Peccato, se i suoni si distinguessero meglio sarebbe un capolavorazzo.
Muddy World: Finery of the Storm (2006) 8 (R)
Gia' ho scritto relativamente alla Top 10 annuale: la perfezione in ambito math-rock. Finalmente i mille cloni dei Don Caballero dovranno inventarsi qualcos'altro, perche' meglio di cosi' non credo proprio si possa fare.

Liars: Drum's Not Dead (2006) 7
Monocorde al massimo. Per un disco cosi' ci sta a meraviglia, questo va detto. Da risentire, per ora pero' non mi ha sconcertato pur avendo dei gran bei suoni e delle ottime atmosfere. I pezzi mi dicono poco.
Å: omonimo (2006) 7,5
Bello, 'nuff said. Anche qua i pezzi ci metteranno un po' per entrarmi, ma e' un ascolto assai intrigante, con alcune apici da esaltazione pura.
Calomito: Inaudito (2005) 7,5
Italiani anche loro, fanno roba grossomodo avant-prog. Dalle parti di Muffins, Volapuk, Anatrofobia. Pezzi molto vari, classe da vendere e soprattutto tanta voglia di divertirsi suonando, che sprizza da ogni nota della loro musica. Pregevoli inserti klezmer e cambi di tempo per tutti.
Caboto: Hidden or Just Gone (2006) 7,5 (R)
Uno dei dischi che piu' ho apprezzato quest'anno. Rosso fuoco, ma con dentro tanta testa. Tra King Crimson e Tortoise c'e' una galassia in mezzo, e li' se la sguazzano i Caboto.

Bon, direi che ho commentato abbastanza. Il resto:

ancora prog-folk:
Sandy Danny & The Strawbs: All Our Own Work (1973) 7,5
Tudor Lodge: omonimo (1971) 5,5
Fotheringay: omonimo (1970) 6,5
Midwinter: The Waters of Sweet Sorrow (1973) 7
Stone Angel: omonimo (1974) 7,5 Questa e' una delle perle del genere, da recuperare assolutamente. Il voto e' sbassato dal cattivo missaggio.
Magna Carta: Seasons (1970) 7 (R)
History of the UK Underground Folk-Rock (1968-1978), Volume One (1998) 7
History of the UK Underground Folk-Rock (1968-1978), Volume Two (1998) 7,5
Waiting for the Sun: omonimo (1978) 4,5
Malicorne: omonimo (1975) 7

Mew: And the Glass-Handed Kites (2005) 7,5 (R)
Kate Bush: Hounds of Love (1985) 7 (R)
Thom Yorke: Spitting Feathers [EP] (2006) 7
Orange Juice: the Glasgow School [Compilation] 7,5 (R)

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