MUSICA, VITA ED ALTRE AMENITÀ


5.6.06

Ascolti della settimana (28 Maggio-4 Giugno)

Nessun woot ma ben tre wub!

della settimana:

Russian Circles: Enter [Flameshovel, 2006]
7,5/10
Dopo questo disco, nessuno potrà più sostenere che Pelican e Explosions in the Sky non siano che due facce della stessa medaglia. Come si chiama per me la medaglia, dovreste averlo capito, non starò a ripeterlo.
Un po' come quella dei Red Sparowes (formati da pezzi di Isis e Neurosis), anche la musica dei Russian Circles si pone nell'esatta intersezione tra post-rock emotivo (GYBE! e EITS i punti di riferimento) e post-metal di scuola Neurosis e Pelican. Due generi dai nomi completamente fuorvianti: il primo non ha nulla a che fare con Slint, Tortoise e compagnia bella, il secondo viene molto più dal post-hardcore che dal metal.
In ogni caso, questo disco meriterebbe di far parlare di sé: non solo fonde i suoni delle due scene, ma soprattutto le estetiche, già assai vicine di loro ma che ora finalmente si compenetrano la prima volta. Alcune successioni sono da migliorare, ma gli incastri sono stupefacenti e di rara complessità, i brani trascinanti, sospesi tra catarsi e momenti di abbagliante rivelazione, come il sole che fa capolino tra le nubi. Qualche pezzo mostra un po' troppo i fili scoperti del meccanismo, ma "Carpe", "Death Rides a Horse" e il bellissimo arpeggio di "You Already Did" sembrano preannunciare la venuta di un capolavoro.

Clogs: Lantern [Brassland, 2006]
7,5/10
Ma che bel disco che hanno sfornato questi Clogs. Delicato, sottile e malinconico. Architetture musicali complesse e leggere come una di quelle case nordiche in legno e vetro, luminossima e accogliente. Non so come etichettare la loro proposta: folk da camera? Boh, non sono canzoni, ma vere e proprie composizioni, costruite con una classe e un buon gusto davvero rari, con ogni strumento acustico al suo posto, mai stucchevole, sempre a tessere piccoli ma meravigliosi ricami. Senza dubbio una piacevole sorpresa da un disco da cui proprio non avevo idea di che aspettarmi. "5/4", "Death and the Maiden" e la commovente essenzialità della voce che affiora in "Lantern" faranno sì che ascolti e riascolti questo disco ancora tante di quelle volte...

Grails: Redlight [Neurot, 2004]
8/10
Sebbene facilmente inquadrabile in ambito post-rock, la musica dei Grails sfugge ai paragoni e agli ormai consolidati cliché dei sotto-generi. Alcuni tratti la avvicinano ai Godspeed You Black Emperor!, specie il forte elemento folk e il sound "svuotato", certe dissonanze rimandano invece ai Neurosis, ma l'approccio destrutturante ha qualcosa perfino dei Gastr del Sol. Su temi popolari elettrificati e ridotti all'osso trovano spazio ora un violino dilaniante, ora un sax. Pezzi non troppo lunghi, che riescono a risultare al contempo concisi e dilatati. Inutile tentare di riassumere così questo "Redlight", perché per una volta si ha a che fare con un lavoro estremamente personale, che dimostra come la galassia post-rock abbia ancora diversi rami da esplorare.

Altri ascolti:

Rosetta: The Galilean Satellites [Translation Loss, 2005] 7/10
Isis, Neurosis e blablabla sempre la stessa storia. Ormai gli epigoni non si contano più e tanto vale segnalare solo quelli che hanno qualcosa di loro da dire. La peculiarità di questo album è che, oltre ad essere ben suonato, parecchio post-rockeggiante e presentare svariati cambi di tempo e metri composti, rappresenta un curioso esperimento. E' un doppio, costituito da una prima facciata classicamente isisiana e una seconda più minimale, dilatata e basata su droni metallici d'atmosfera. Tuttavia, i due dischi sono studiati per essere riprodotti contemporaneamente, di modo che le tracce dell'uno e dell'altro vadano a sovrapporsi. Il risultato, specie dopo averli prima ascoltati separatamente, è piuttosto figo e fa vedere tutto il lavoro sotto un'altra luce.

King Crimson: Thrakattak [DPL, 1996] 4/10
Mi ci è voluto un bel po', ma alla fine ce l'ho fatta, l'ho trovato. Un disco dei King Crimson che non solo non mi convinca del tutto, ma non mi piaccia proprio. Questo "Thrakattak", registrato dal vivo nel corso di un tour della formazione a double trio, è spesso criticato perché rumoroso, caotico, dissonante. Io ho trovato che i rari momenti di bordello, assieme alle due riletture di "Thrak", fossero gli unici momenti interessanti del disco. Per il resto, solo stucchevoli atmosfere di synth (già il suono di synth prediletto dai Crimson negli ultimi dischi non mi piace troppo, ma questo è proprio il peggiore che abbia mai sentito) e noiose sovrapposizioni strumentali ambient-minimal inconcludenti. Più che il disco inascoltabile che temevo, un lavoro all'insegna della totale (e anche troppo ascoltabile) mediocrità.

Cult of Luna: Somewhere along the Highway [Earache, 2006] 5,5/10
Thom Yorke: The Eraser [XL Recordings, 2006] 7/10
Volcano: Beautiful Seizure [Leaf, 2006] 7/10 (R)
Mouth of the Architect: Time and Withering [Translation Loss, 2005] 6,5/10 (R)
Arcana: Arc of the Testimony [Axiom/Island, 1997] 6,5/10
Mr. Bungle: Disco Volante [Warner Bros., 1996] 7,5/10 (R)
King Crimson: Discipline Live at Moles Club, 1981 [Discipline Global Mobile, 1981] 5/10
Incubus: S.C.I.E.N.C.E. [Immortal/Epic, 1997] 7,5/10 (R)
Bauhaus: In the Flat Field [Reissue] [4AD, 1998] 7,5/10
Rage Against the Machine: [self-titled] [Epic, 1992] 8/10 (R)

4 comments:

Anonymous said...

Oh carissimo wago, finalmente mi sono deciso a dare un'occhiata al tuo (ora posso dirlo) bel blog. Apprezzo sempre le persone che amano dilettarsi nella nobile arte della pippa mentale.

Anonymous said...

Maledizione, ero io quello sopra.

Anonymous said...

fulminata dai clogs.per tuo merito.grazie.

Anonymous said...
This comment has been removed by a blog administrator.