MUSICA, VITA ED ALTRE AMENITÀ


16.12.06

Aksak

Nuovo indirizzo, nuovo nome, nuova grafica (oddio, non e' che sia cambiata poi tanto). Complice il passaggio obbligato a blogger beta, mi sono infine deciso a fare il rinnovamento che progettavo da un po'. Il faro e "The Idea of North" (è una canzone degli Shellac, ascolateli, cani) non vanno in pensione e infatti stanno ancora lì bel belli nel profilo accanto.
"Tempi dispari" in tanti sensi. Nel senso più banale, quello musicale: ho un'attrazione irrefrenabile verso i tempi strani. Mi esaltano di maledetto, proprio. Non quelli sgangherati, quelli del "chi se ne frega del metro", Beefheart lo lascio volentieri lì dove sta. No, dico i tempi composti, quelli dell'ottavo di più che arriva regolarmente ma abbastanza di rado da fregarti ogni volta, quelli che batti il piede istintivamente a tempo ma se ci pensi non ci riesci più. I migliori sono quelli che quasi non te ne accorgi: tutto fila a meraviglia ma senti che c'è qualcosa di strano. Il 5/4 delicato di "On Information & Belief" dei June of 44 e il ballabilissimo 7/8 di "Discolabirinto" dei Subsonica.

E poi perché mi sembrava una buona definizione per questi anni. Forse per gli anni della mia generazione, sempre che il concetto abbia ancora senso. Io mi sento in una specie di "terra di mezzo", sospeso tra il mito di un passato prossimo che non ho vissuto (gli anni '60-'70), la voglia di vivere il presente anche se non capisco che faccia ha, e la trepidante attesa del futuro visto alle volte come "momento della verità", altre come coronamento dei sogni, altre ancora semplicemente come raggiungimento della tranquillità. Alla mia generazione manca uno spirito e questi sono anni strani. "Tempi Moderni" era già occupato da Chaplin, e "Tempi Dispari" mi pareva anche più adatto.
Appena ho tempo posto una storiella doppia che mi frulla in testa da una settimana circa, spero sia esemplificativa del concetto.

1 comment:

manfroze said...

Bravo, un sacco di applausi. Clap clap clap.