MUSICA, VITA ED ALTRE AMENITÀ


21.5.08

Grafologia grafomania schizofrenia

Ho questa mania che non so se si può dire ma facciamo di sì - poi magari mi prendete per un pazzo dissociato ma tant'è, per me mi faccio tanti problemi per una cosa che fanno tutti però zitti zitti, non lo dicono.
Comunque. Ogni tanto mi piglia lo sghiribizzo di cambiare il modo di scrivere una certa lettera. Non che la cosa risponda a una qualche logica evolutiva: la mia "p" corsiva è oscillata tra quella aperta da scuola elementare a quella simil-stampatello un tot di volte (ora uso la seconda ma vorrei tornare alla prima, da questo m'è venuta l'idea del post). Alla "t" ho messo e tolto e rimesso e ritolto il tratto curvilineo, la "g" (sto sempre parlando del corsivo) prima la facevo in un modo poi in un altro poi di nuovo in quello di prima...

Fatto sta che le cose vanno così: un giorno di punto in bianco stabilisco che devo abituarmi a far la tal lettera nel tal modo e inizio la fase di transizione coatta da uno stile all'altro. In primis c'è un periodo di sperimentazione, che tipicamente dura un paio d'ore sparse per un paio di giorni e si svolge nei momenti (più o meno) morti delle lezioni. Il foglio degli appunti diventa un campo minato di prove calligrafiche, piccole grandi col ricciolo coll'ansa, più simile alla "B" più simile alla "P", no devo cambiare qualcosa perché se no non si distingue dalla "D" - e via dicendo. Finiscono per riempire ogni centimetro quadrato di carta, qualche volta anche il banco. Devo avere ancora in giro un foglio zeppo di "Xi" di ogni dimensione risalente all'esame di probabilità.

Stabilito il modello da impiegare, si passa all'automatizzazione. Questo processo richiede di scrivere un sacco e fare molta attenzione a come si sta scrivendo: ecco che inizio a prendere appunti di cose inutilissime, di corsi inutilissimi che da quando li seguo non mi sono mai segnato nulla ma ora ho un Motivo e uno Scopo, ogni frase non annotata è un'occasione sprecata di portare avanti l'Opera.
Adesso poi che mi gira di sostituire le usuali "S" e "G" corsive maiuscole con due ghirigori semi-incomprensibili, ma molto simili fra loro, è tutto un iniziare paragrafi e scrivere i titoli alla maniera anglosassone e mettere la maiuscola agli aggettivi derivati da nomi propri che pure è una cosa che detesto.
Ci vuole qualche settimana di impegno e dedizione e la transizione è completa. Se la lettera è molto comune, anche meno. Vi lascio però immaginare la volta che mi son messo in testa di allungare la "z" minuscola come si usava un tempo: ogni "z" era una gioia, tutte le funzioni avevano zeri da indicare rigorosamente in corsivo - mi son pure ritrovato a riempire una pagina di imprecazioni e insulti vari (ma sapete quanti ce n'è con la "z"? Cazzo, zoccola, stronzo, più tutti i composti...).

Faccio una "Xi" minuscola che è una meraviglia, in ogni caso.

1 comment:

Anonymous said...

è una cosa tipica delle adolescenti che cercano di imitare la scrittura dell'amichetta, in ogni caso.